Il tema del fascismo in generale si presta a varie considerazioni, sia sotto il profilo storiografico - su stimolo, fra l'altro, di alcuni studi usciti recentemente che offrono visioni diverse sulla nascita del fascismo ("E fu subito regime. Il fascismo e la marcia su Roma" di E. Gentile, ed. Laterza e "Storia delle origini del fascismo", ultimo volume di una corposa trilogia, di Roberto Vivarelli, ed. Il Mulino) -, sia sotto il profilo etico-civile, per le ripercussioni che il tema ha rispetto ai fondamenti valoriali della nostra Costituzione.
Invitiamo tutti ad esprimere commenti al contributo del Prof. Baffelli, a formulare domande e anche a fornire propri specifici contributi riguardanti non solo il periodo repubblichino, ma, più in generale, il fascismo (M.M.).
MUSSOLINI E IL FASCISMO
Qualche mese fa nell’aula magna del nostro Liceo il prof. Franzinelli ha presentato il suo ultimo lavoro: “Il prigioniero di Salò”
(Mondadori, 2012), un testo sulla tragedia italiana del 1943-45 e sulle
responsabilità di Mussolini nelle repressioni perpetrate dai fascisti durante
il regime repubblichino. L’occasione è stata particolarmente ghiotta perché
lungi dal pubblicizzare il suo libro il prof Franzinelli ha tenuto una
magistrale lezione di storia sulla figura del duce, le astuzie della propaganda
e l’intreccio che (ahimè) spesso lega la leadership politica alla meschinità
psicologica. La competenza dell’analisi del fenomeno fascista da parte del
nostro storico è documentata dagli altri lavori da lui dedicati al tema, tra i
quali segnalo come molto utili “Squadristi” (Mondadori, 2004) e “Il duce
proibito” (Mondadori, 2005). Il primo perché dedicato al periodo fondamentale
che va dal 1919 al 1922, durante il quale l’astuzia e il trasformismo politico
di Mussolini si espressero al massimo della loro efficacia: "Fece
fessi tutti" fu la frase, niente affatto elegante ma volgarmente efficace,
usata nel 1949 da Cesare Rossi, uno dei più stretti collaboratori di Benito
Mussolini nei primi anni del fascismo, per descrivere l'abilità con la quale il
giovane duce, alla vigilia della "marcia su Roma", mise nel sacco
tutti i maggiorenti della classe dirigente liberale, che avrebbero potuto
impedirgli di diventare il capo di un nuovo governo. Il secondo perché è una
raccolta delle immagini fotografiche del duce che lui personalmente decise di
scartare e quindi di non pubblicare dimostrando ancora una volta la cura
maniacale dell’immagine e la stretta commistione tra narcisismo e potere
politico che caratterizza tutte le leadership dittatoriali (vedi già Senofonte
e Platone). Il Mussolini della Repubblica di Salò nell’ultima opera di
Franzinelli è quindi prigioniero non tanto e solo dei tedeschi, ma anche della
sua stessa immagine ormai sbiadita e recita una pantomima tragicamente fatale
per tanti italiani che scelsero la resistenza ai nazisti. Troppo intelligente
per non capire che la guerra era ormai perduta, in privato il duce confessava
il suo pessimismo all’amante Petacci, mentre in pubblico esortava le camicie
nere ad un’inutile, vendicativa repressione verso coloro che avevano “tradito”
il fascismo. Salvo poi tradire lui stesso i suoi “presunti” ideali cercando una
meschina fuga all’estero travestito da soldato tedesco: eccolo, l’uomo che
predicava “Se avanzo seguitemi, se indietreggio uccidetemi”… L’interesse delle
opere di Franzinelli sta soprattutto nella capacità di cogliere l’aspetto umano
della storia e per l’attenzione da lui sempre rivolta al fenomeno della
comunicazione politica che tanto è centrale anche nella nostra decadente attualità.
Il che non significa che manchi nella sua opera il riferimento alle analisi
economiche del fenomeno fascista o alle letture “classiche” del movimento (De
Felice, Gentile ecc.), ma accanto ad un approccio tradizionale il lavoro di
Franzinelli è particolarmente interessante per le nuove generazioni che si
avvicinano alla storia con una curiosità meno “scolastica”. Per questo, oltre
che per la presenza e la disponibilità dello storico di Cedegolo, credo sia
utile segnalare agli studenti di quinta che ricorrere alle risorse locali può
significare anche far rifermento alle energie intellettuali della nostra Valle,
soprattutto quando sono di levatura nazionale. Alla fine della lezione il prof
Franzinelli ha anche spiegato cosa significhi fare storia oggi, permettendo
agli studenti presenti di capire tutta la differenza che c’è tra leggere i
testi scolastici e lavorare sul campo, aggiungendo riflessioni metodologiche
che purtroppo non sempre emergono nello studio curricolare della disciplina.
Per chi fosse interessato ad altre
letture, approfondimenti o discussioni di tematiche sul fenomeno fascista,
questo blog può essere utile per contattarmi o confrontarsi (anche in vista di
eventuali tesine)
Il ciclo dell'eterno ritorno, la storia è pregna di individui che fanno "fessi" il popolo sovrano, e in nome del popolo che qualcuno impera sino alla dittatura: ch'essa sia di natura oligarchica o popolare.Antonino La Manna
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